Ho visto su YouTube un video davvero
interessante sul ‘mentire’. Durante il video è stata riportata la
frase di un certo Hanry, considerato uno dei più grandi truffatori
di tutti i tempi, che aveva questa semplice regola: “Ognuno è
disposto a pagare qualcosa per ciò che brama/desidera.”
Questa
frase mi ha letteralmente illuminato perché è esattamente ciò che
non sono mai stato attirato/desideroso di fare: mentire agli altri
intenzionalmente – esotericamente parlando – promettendo qualcosa che
dal mio punto di vista non è eticamente corretto promettere, al fine
di un mero guadagno personale.
La Quarta Via da questo punto
di vista non è ‘allettante’ perché non promette il paradiso, o
super poteri: l’uomo è una macchina e, senza lavoro su di sé,
morirà come una macchina.
Il Sistema afferma che l’uomo/macchina non può in nessun modo fare; la moderna psicologia alternativa americana dice esattamente l’opposto: focalizzando la propria attenzione, canalizzando i desideri, acquistando libri, CD, DVD e corsi interattivi… si può imparare a fare e ad attirare tutto ciò che si desidera! Chiaro che questa tendenza nasce per andare in contro al desiderio più o meno inconscio di ogni essere umano di essere in ‘controllo’ di poter alterare la propria vita o il proprio destino.
La Quarta Via è dura, soprattutto all’inizio, perché non lusinga raccontando storielle inverosimili. Non promette miracoli nel Weekend. Non promette benessere psicofisico. Dice che sei Lavorerai e sarai sincero, vedrai e vivrai sulla tua pelle il cambiamento e che il cambiamento d’Essere sarà proporzionale al tuo impegno e al tuo reale desiderio.
La Quarta Via sottolinea con forza gli elementi meccanici dell’esistenza e non è lusinghiera, ma il messaggio di fondo l’ho sempre trovato positivo: l’uomo può evolvere a discapito della propria meccanicità. Deve prima tuttavia rendersi conto della sua condizione oggettiva. Come può un uomo che mente costantemente a se stesso e agli altri avere una visione oggettiva della propria esistenza?

Dovremmo sviluppare un sincero senso di umiltà. In una commedia teatrale non possono essere tutti ‘re’ e ‘regine’. Qualcuno dovrà farà il servitore, qualcuno il giullare, qualcuno il cattivo, il buono, il ladro, la guardia, il garzone, qualcuno il principe e qualcuna la cortigiana. Perché non essere contenti del proprio ruolo e accettarlo? Perché abbiamo bisogno che qualcuno ci racconti storie che gettino polvere d’oro negli occhi invece di aprirli?
Perché non essere contenti dei piccoli ma miracolosi cambiamenti quotidiani che il lavoro interiore porta nelle nostre vite? Sto per esprimere una emozione negativa, ed invece di farlo, mi osservo e mi arresto. Questo arresto non è soppressione ma un ritenere momentaneamente la tensione e l’energia generata al fine di trasformare la sofferenza provata in ricordo di sé. Questo non esprimere/trattenere è il DO/seme di una ottava discendente collegata alla trasformazione della sofferenza che qualche ora più tardi, o un giorno dopo, produrrà un terzo stato di consapevolezza o una profonda comprensione: questa è alchimia, non una promessa lusinghiera. Cosa potrebbe esserci di più bello e sincero di un lavoro del genere? Non c’è bisogno di illusione e lusinga. Le cose sono esattamente come sono, basta Vederle ed accettarle. Con pazienza e comprensione si può arrivare insieme a svelare il mistero.
“Gli uomini sono macchine e da parte di macchine non ci si può aspettare altro che azioni meccaniche”.
G.I. Gurdjieff, Frammenti di un insegnamento Sconosciuto