Cos’è un Archetipo? Un primo esemplare, un modello. In filosofia, specialmente nella tradizione platonica, l’essenza sostanziale delle cose sensibili. Nel pensiero dello psichiatra e psicologo svizzero C. G. Jung (1875-1961), immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, la quale riunisce le esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni.

Se si considerano che esistono diversi modi d’azione della volontà, allora potremmo dire che gli Arcani maggiori riflettono questi modi. Di fatto non esiste un solo modo in cui creare Essere, cioè Volontà, e le diverse qualità e aspetti degli arcani maggiori dovrebbero aiutarci a riflettere su quali siano le nostre tendenze naturali e le eventuali alternative consce a nostra disposizione.
Non possiamo realmente sapere cosa intendessero tramandarci coloro che hanno deciso di lasciarci questo prezioso testamento, ma possiamo provare a connetterci agli Arcani, e per mezzo della vivificazione, richiamare il mistero e la comprensione ad essi collegati.
Vedo i tarocchi come uno specchio per l’anima, una mappa per l’osservatore che trova in essi la guida verso la risoluzione di questioni di natura sia psichica che spirituale. Se gli arcani minori rappresentano l’aspetto meccanico e strutturale della macchina umana, allora gli arcani maggiori rappresentano le funzioni superiori dell’uomo.

I numeri delle carte sembrano seguire una loro logica e sono costanti nel tempo a partire dal medioevo. I nomi però sono altalenanti. Molto dipende da cosa uno desidera sottolineare di quel determinato tarocco, o meglio ancora, ciò che uno Vede è determinato dall’Essenza e dalla necessità. Se guardo il tarocco VII, ad esempio, vedo un carro ed è così che lo nominerò. Tuttavia, potrei anche focalizzare la mia attenzione più su colui che guida il carro, piuttosto che sull’oggetto e nominare il tarocco ‘Auriga’. Nell’antichità, l’auriga era colui che guidava il carro da guerra e partecipava alle corse dei carri negli agoni dell’antica Grecia. Nell’antica Roma gli aurighi conducevano le bighe nei ludi circensi. Quello che cerco di sottolineare quindi, è non conta tanto il nome del tarocco quanto l’essenza di ciò che stiamo esplorando nel nostro mondo interiore, la direzione, la sfida.
Una profonda e sincera demoralizzazione degli Arcani maggiori è di fondamentale importanza al fine di poter estrarre quanto più possibile da essi.
Fabrizio Agozzino